La nuova serie Pixel 10 è stata presentata da pochi giorni, ed introduce tante novità sul fronte dell’intelligenza artificiale, del software e delle fotocamere. Eppure, dietro le luci del lancio, resta un dettaglio che ha lasciato molti utenti con l’amaro in bocca: il modello base parte ancora da soli 128 GB di memoria interna, una capacità che nel 2025 appare ormai limitata per chi scatta molte foto, registra video in 4K o scarica giochi e app pesanti.
Il problema non è solo lo spazio ridotto, ma anche la tipologia di memoria adottata. Google ha infatti scelto di equipaggiare le varianti da 128 GB dei Pixel 10 e Pixel 10 Pro con memorie UFS 3.1, mentre i tagli superiori godono delle più recenti UFS 4.0. La differenza non è marginale: UFS 4.0 offre una velocità di lettura fino a 4.200 MB/s e di scrittura fino a 2.800 MB/s, praticamente il doppio rispetto alle UFS 3.1, che si fermano a circa 2.100 MB/s in lettura e 1.200 MB/s in scrittura. In termini pratici significa avvii più rapidi, scrittura più veloce e una gestione più fluida delle applicazioni pesanti.
Chi opterà per il modello base da 128 GB rischia quindi di non solo avere meno spazio, ma anche prestazioni più basse nella gestione quotidiana dei dati, dai caricamenti delle foto in Google Photos al salvataggio dei video in alta risoluzione. Una scelta che stona con la filosofia di un prodotto votato all’IA e alle funzioni multimediali avanzate, che richiedono memorie veloci per esprimersi al meglio.
Per molti, il vero “taglio base” dei Pixel 10 dovrebbe essere almeno la versione da 256 GB, l’unica a garantire lo standard UFS 4.0 e quindi prestazioni davvero in linea con la fascia premium.


