Secondo Nothing, il motivo per cui pochi smartphone Android integrano magneti per la ricarica wireless è legato ai brevetti Apple e ai vincoli legali che circondano la tecnologia MagSafe.
Anche se lo standard Qi2 è aperto a tutti, la disposizione dei magneti che permette un allineamento perfetto con i caricabatterie compatibili con iPhone è brevettata e non può essere replicata liberamente. Di conseguenza, i produttori Android devono affidarsi a cover magnetiche esterne o rinunciare del tutto a questa soluzione, rallentando l’adozione della ricarica magnetica integrata.
Durante un video pubblicato dal team di Nothing, realizzato nel contesto di un progetto con lo youtuber MrWhoseTheBoss, l’azienda ha affrontato apertamente il tema, definendo la situazione “un insieme di burocrazia, politica industriale e un mucchio di problemi inutili”. Nel filmato, Rob del content team spiega che per creare un sistema magnetico compatibile, un produttore dovrebbe sviluppare da zero il proprio schema di magneti e bobine, rischiando di ottenere un allineamento imperfetto, tempi di ricarica più lenti e un aumento della temperatura.
Secondo Nothing, costruire una piattaforma proprietaria richiederebbe un investimento superiore ai 10 milioni di dollari, una cifra troppo alta per una funzione che molti utenti non percepiscono come essenziale.
Questo frena le aziende Android dal proporre una soluzione paragonabile al MagSafe, anche se l’arrivo di Qi2 da 25W lascia intravedere un futuro più aperto.
Nel frattempo, il video di Nothing offre uno sguardo sincero dietro le quinte di un problema che il mondo Android affronta da anni: la difficoltà di innovare in un campo dominato dai brevetti Apple.


