Recensione Strange Antiquities: una storia oscura sulla quale vale la pena di fare luce

Recensione Strange Antiquities: una storia oscura sulla quale vale la pena di fare luce

Strange Antiquities

Strange Antiquities, sviluppato da Bad Viking, è il seguito spirituale del meraviglioso Strange Horticulture, un titolo che nel 2022 aveva conquistato migliaia di giocatori grazie al suo gameplay unico, al suo tono misterioso e alla sua atmosfera densa di simbolismo.

Questa nuova avventura non si limita a replicare quanto già fatto: eredita l’impianto ludico, il setting, l’identità visiva e la cura per il dettaglio dell’episodio precedente, ma porta tutto su un piano più ambizioso, introducendo nuove meccaniche, una struttura narrativa più complessa e un mondo di gioco ancora più ricco di segreti.

Abbiamo apprezzato tantissimo Strange Horticulture, un titolo che è riuscito a unire un gameplay semplice ma raffinato a una scrittura di grande classe. È proprio per questo che abbiamo atteso Strange Antiquities con un misto di hype e timore: riuscirà a essere all’altezza? Sarà in grado di espandere una formula che già funzionava alla perfezione? La risposta, già ve lo anticipiamo, è un “sì” pieno.

Questo nuovo capitolo riesce a rispettare le aspettative e, in molti momenti, a superarle grazie a un lavoro di world-building e design davvero impeccabile.

Prima di cominciare, una precisazione fondamentale: questa recensione non contiene spoiler, né sulla trama né sugli enigmi più importanti. Anche gli screenshot allegati saranno attentamente scelti per non rivelare nulla di critico. Strange Antiquities è un titolo che va scoperto, vissuto e interpretato momento per momento, quindi ci teniamo a preservare il più possibile la tua esperienza di gioco.

Una trama molto oscura

Strange Antiquities ci porta nuovamente nella cupa cittadina di Undermere, un luogo dove il confine tra realtà e occulto sfuma così tanto da diventare inesistente. Qui gestiremo un negozio di oggetti antichi e misteriosi, ognuno dei quali porta con sé un frammento di un passato inquieto, una storia sepolta, un segnale da interpretare.

La narrazione non ci mette mai fretta, non urla, non esagera: procede lenta, insinuandosi tra le linee di dialogo, tra gli scaffali, tra le mappe e le piccole rivelazioni.

La trama è volutamente criptica e lavora molto sul non detto: persone che bussano alla porta con richieste strane, lettere anonime, indizi disseminati nella città e presenze che sembrano muoversi dietro il velo della normalità.

Non vogliamo dirvi altro: il gusto del gioco è proprio quello di vedere gli elementi incastrarsi da soli, fino a comporre un quadro molto più grande, molto più cupo, molto più affascinante di quanto non sembri all’inizio.

Uno strano negozio

Il cuore di Strange Antiquities è il suo gameplay, che mantiene la struttura punta-e-clicca ma la arricchisce con numerose interazioni e micro-meccaniche che lo rendono estremamente coinvolgente. Il gioco è disponibile su Steam, compatibile con Windows e MacOS, e la modalità di controllo ideale resta quella con mouse e tastiera, perché permette una precisione e una velocità difficili da ottenere con il controller (che comunque è pienamente supportato).

L’interfaccia è pulita, elegante e immediata: tutto è organizzato in modo logico, e il giocatore può passare in un attimo dagli scaffali al catalogo, dai tomi alla mappa della città.

Il negozio è la nostra base operativa: qui ascoltiamo i clienti, interpretiamo le loro richieste, identifichiamo gli oggetti e decidiamo come aiutarli. Ogni turno di gioco è strutturato in “giornate” che si aprono con la campanella e proseguono con una serie di interazioni che possono essere brevi e lineari o estremamente dense di significato. Dopo ogni dialogo, il gioco ci chiede di consultare manuali, scovare indizi, osservare nel dettaglio ogni oggetto, prendere appunti e, quando serve, uscire dal negozio per cercare luoghi misteriosi nella cittadina.

La mappa è un elemento chiave: alcuni punti si riveleranno subito accessibili, altri saranno nascosti dietro coordinate criptiche, testi in codice o deduzioni da fare un pezzo alla volta. L’attività di identificazione degli oggetti è profonda, soddisfacente e spesso sorprendente: riconoscere un manufatto non è mai banale, perché il gioco vuole che si deduca, si osservi, si interpreti. Nessuno ti regala risposte: tutto deve essere conquistato.

Questa combinazione di routine e mistero trasforma Strange Antiquities in una sorta di puzzle-book interattivo, un diario da decifrare giorno dopo giorno. È uno di quei rari giochi in cui la lentezza non è un difetto ma un pregio, perché ogni minuto speso a leggere, osservare o annotare aumenta la soddisfazione della scoperta.

E quando finalmente un oggetto si rivela per quello che è, o un indizio si collega a un altro, il brivido è assicurato.

Come lo abbiamo giocato?

La nostra esperienza con Strange Antiquities è stata decisamente fuori dagli schemi: abbiamo scelto di giocarlo in due, contemporaneamente, con un setup a doppio monitor e Discord sempre aperto. Questa soluzione, seppur non prevista formalmente dal gioco, ha funzionato in modo incredibile, permettendoci di ragionare insieme, confrontarci sugli indizi e prendere decisioni radicalmente diverse per vedere come la storia sarebbe cambiata.

Il gioco, infatti, include 8 finali canonici + 1 finale segreto, e sbloccarli richiede scelte specifiche in momenti chiave della trama. La possibilità di giocarlo in coppia ha reso tutto questo ancora più stimolante: mentre uno di noi avanzava verso un finale, l’altro seguiva una strada completamente diversa, permettendoci di vivere due esperienze quasi parallele.

È stato sorprendentemente naturale trattarlo come una sorta di “multiplayer cooperativo alternato”, dove si discute, si interpreta e si ragiona in modo condiviso. Strange Antiquities si presta perfettamente a questo tipo di gioco “in tandem”: analizzare gli indizi insieme è più divertente, sbagliare in due è più spassoso, scoprire i colpi di scena insieme è più intenso.

Alla fine abbiamo ottenuto tre finali più quello segreto, e abbiamo deciso di guardare online anche gli altri per puro spirito di curiosità. Non era possibile resistere: la voglia di capire ogni sfumatura della storia era troppo forte. E possiamo dirlo con certezza: ogni finale aggiunge qualcosa di nuovo alla narrativa complessiva, e il desiderio di vederli tutti è assolutamente naturale.

Le stranezze sono tante, e danno una soddisfazione unica

Strange Antiquities è un gioco che affascina, cattura e gratifica. Le sue meccaniche investigative, l’atmosfera sospesa, l’estetica curatissima e la qualità della scrittura creano un’esperienza che raramente si trova nel panorama moderno.

È un titolo lento, ragionato, che ti invita a leggere, riflettere, collegare elementi, e proprio per questo regala una soddisfazione unica quando un enigma si risolve o quando un pezzo di trama si completa.

La storia è davvero solida, piena di mistero e decisamente non banale. Molti momenti ci hanno dato i brividi, non tanto per jump-scare o artifici visivi, ma per la capacità del gioco di costruire inquietudine attraverso il ritmo, le rivelazioni e il modo in cui mette alla prova la nostra percezione di ciò che è reale e ciò che non lo è.

Lo consigliamo senza esitazione a chiunque, soprattutto a chi ha giocato Strange Horticulture (e se non lo avete fatto, fatelo subito), perché i riferimenti e i rimandi sono tantissimi e aggiungono valore. Ma anche chi parte da zero troverà un titolo profondo, intelligente e sorprendentemente coinvolgente.

Un plauso va fatto anche al sound design e alla colonna sonora, che piano piano, zitta zitta, si insinua nella vostra testa, arrivando a un climax incredibile verso la fine.

Strange Antiquities è un’esperienza che merita di essere vissuta. Ah, si può accarezzare anche il gatto.

Il gioco è disponibile su PC Steam e Nintendo Switch.

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