Come ASUS vuole risolvere il problema delle portatili Windows con Xbox ROG Ally X

Come ASUS vuole risolvere il problema delle portatili Windows con Xbox ROG Ally X

ASUS e Microsoft hanno finalmente svelato i nuovi Xbox ROG Ally e ROG Ally X, due PC da gaming portatili che, almeno sulla carta, puntano a offrire una delle esperienze più complete del settore. Esteticamente aggressivi ma familiari, condividono un display IPS LCD da 7 pollici a 120Hz con risoluzione Full HD, vetro Gorilla Glass Victus e supporto a microSD, oltre a SSD M.2 2280 facilmente sostituibili.

Il modello base monta un chip AMD Ryzen Z2 A, con 16 GB di RAM e una batteria da 60Wh, mentre la versione “X” spinge l’acceleratore con un Ryzen Z2 Extreme, ben 24 GB di RAM, 1TB di archiviazione interna e una batteria da 80Wh, e promette performance e autonomia notevolmente migliorate. Entrambi supportano Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.4 e ricarica a 65W.

Ma la vera notizia non è solo l’hardware: è che Microsoft sembra aver finalmente riconosciuto l’elefante nella stanza, ovvero Windows stesso. Storicamente inadatto all’uso in formato portatile e con comandi da controller, Windows 11 ha sempre rappresentato l’ostacolo più grande per chi usa un handheld PC. Ecco allora che, su questi nuovi Ally, il sistema operativo si avvia direttamente in una modalità “Xbox full screen experience” pensata per essere più snella, accessibile e finalmente controller-friendly.

Microsoft ha persino fatto il miracolo di recuperare 2GB di RAM spegnendo componenti come la taskbar, lo sfondo del desktop e altri processi superflui. Tradotto: meno Windows, più gioco.

Non mancano integrazioni smart come la Game Bar richiamabile col tasto Xbox e l’ottimizzazione del task switcher e della schermata di blocco per l’uso con gamepad. È come se Redmond avesse finalmente accettato che l’utente non voglia regolare le impostazioni del firewall mentre gioca a Starfield sul divano.

Ironia della sorte, quindi, il vero salto generazionale per i PC portatili con Windows arriva non con un nuovo sistema operativo, ma con un approccio che cerca di nascondere Windows il più possibile.

Se tutto funziona come promesso, potremmo essere di fronte non solo a un nuovo dispositivo potente, ma a una vera svolta per l’intero segmento. A che prezzo, però?

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