Meta sta testando una nuova funzione su Facebook che potrebbe cambiare il rapporto tra utenti e privacy. Alcuni utenti, al momento della pubblicazione di una Storia, hanno ricevuto un messaggio che propone di attivare il cloud processing: se accettano, Facebook può accedere regolarmente alla galleria per selezionare contenuti da caricare sul cloud. Questa funzione serve ad offrire suggerimenti creativi come collage, restyling AI, o recap personalizzati. Il problema? Così facendo, l’utente autorizza anche Meta ad analizzare i contenuti, le date e persino i volti presenti nelle foto mai condivise pubblicamente.
Meta afferma che, al momento, le immagini non pubblicate non vengono utilizzate per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale, ma le condizioni d’uso aggiornate al 23 giugno 2024 non escludono esplicitamente questa possibilità per il futuro. Inoltre, se da un lato la funzione è descritta come facoltativa e disattivabile, dall’altro Reddit segnala già episodi in cui utenti hanno ricevuto suggerimenti su vecchie foto senza aver mai dato consenso esplicito. In un caso, un utente si è ritrovato con le foto del proprio matrimonio trasformate in stile Studio Ghibli.
A differenza di Google Photos, che garantisce di non usare le immagini personali per addestrare l’IA, Meta lascia la porta aperta. Anche se oggi non usa queste immagini per il training, nulla vieta che possa farlo in futuro. Il punto critico resta sempre lo stesso: la linea tra contenuto privato e materiale per l’addestramento IA si sta assottigliando, e a decidere cosa è incluso o meno non è l’utente, ma le condizioni generali di un servizio che cambiano spesso e noi accettiamo senza troppa attenzione.



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