Il lancio di iPhone 17 ha avuto un impatto immediato non solo sul mercato degli smartphone, ma anche sulla fiducia degli investitori. Dopo mesi di incertezza dovuti a dazi statunitensi, scetticismo sull’IA e un contesto economico complicato, le azioni Apple hanno invertito la rotta tornando a crescere.
Il 22 settembre 2025 i titoli del colosso di Cupertino hanno toccato quota 255 dollari, vicinissimi al massimo annuale di 260 dollari, segnale che il nuovo modello ha saputo convincere sia consumatori che mercati.
La spinta non arriva soltanto dalle vendite, ma anche dalle strategie messe in campo da Apple per rafforzare la propria posizione. Negli ultimi mesi l’azienda ha accelerato la diversificazione della produzione, portando parte delle linee in India e Vietnam con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalla Cina. Una scelta che rassicura gli investitori e che dovrebbe portare, entro il 2026, alla maggior parte degli iPhone venduti negli Stati Uniti prodotti in India.
Parallelamente, Apple ha continuato a ribadire la sua visione sull’intelligenza artificiale: meno “effetti speciali” rispetto ai concorrenti, più attenzione a privacy, sicurezza e prestazioni on-device. Una linea presentata non come una rinuncia, ma come un valore aggiunto che ha contribuito a rafforzare la credibilità del marchio.
La stabilità di Apple si fonda inoltre su un pilastro sempre più solido: i servizi. Con un fatturato record di 26,6 miliardi di dollari nel trimestre di marzo, questa divisione offre un supporto costante ai ricavi, compensando eventuali oscillazioni legate all’hardware. Non mancano però le incognite: eventuali tensioni geopolitiche potrebbero ancora colpire la catena di fornitura, e sul fronte IA la concorrenza corre veloce.
Resta quindi da capire se la scommessa sulla privacy sarà percepita come un vantaggio reale dai consumatori o se l’assenza di funzioni spettacolari finirà per pesare sulle scelte d’acquisto future.


