Secondo 9to5Google, il nuovo Tensor G5 che alimenta i Pixel 10 rappresenta sì un passo avanti per la linea di chip di Google, ma senza scossoni nei test di potenza. Le opinioni raccolte dalla redazione sottolineano come il vero traguardo raggiunto quest’anno sia la gestione delle temperature: rispetto al G4 e soprattutto al G3, il nuovo SoC sembra finalmente aver risolto i problemi cronici di surriscaldamento. Nei primi giorni d’uso i giornalisti hanno notato un funzionamento molto più stabile, con il telefono che resta freddo al tatto nella vita quotidiana e che, anche sotto stress, tende a scaldarsi solo inizialmente per poi stabilizzarsi senza mai diventare bollente come accadeva in passato.
Dal punto di vista delle prestazioni pure, però, i benchmark non raccontano la stessa storia entusiasmante. Sempre secondo i test riportati da 9to5Google, i Pixel 10 ottengono risultati leggermente migliori rispetto alla serie 9, ma restano indietro rispetto ai rivali con Snapdragon, soprattutto in titoli pesanti come Genshin Impact, che fatica a mantenere i 60fps massimi. Un aspetto positivo, però, è la costanza: mentre i concorrenti tendono a calare di performance con l’aumentare del carico, Tensor G5 mantiene più a lungo la potenza disponibile, ed offre un’esperienza stabile anche se meno brillante in termini assoluti.
Il punto, ribadisce la testata, è che Google non ha mai puntato a scalare le classifiche dei benchmark, ma a fornire un’esperienza centrata sull’IA. Il nuovo processo a 3nm di TSMC e le ottimizzazioni del G5 sono state orientate soprattutto a garantire più spazio alle funzioni di generative IA in locale, non a inseguire i record di velocità.
Per la testata questa scelta ha senso: la maggior parte degli utenti non compra un Pixel per giocare ai massimi livelli, ma per sfruttare strumenti come Magic Cue, Camera Coach o le traduzioni istantanee. E in questo campo, il Tensor G5 sembra aver raggiunto un equilibrio migliore tra potenza, efficienza e soprattutto temperature contenute.
