Negli ultimi mesi, Apple ha dovuto fare i conti con un importante ritardo nell’affrontare l’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa. Un nuovo report di Mark Gurman fa un po’ di luce su questo scenario, rivelando che lo sviluppo di Apple Intelligence è stato rallentato da esitazioni interne e scarsa convinzione nei vertici.
Craig Federighi, responsabile software, sarebbe stato particolarmente scettico sul potenziale dell’IA, temendo che un eccessivo investimento potesse distogliere risorse da altri progetti senza reali vantaggi. Anche altri dirigenti avrebbero condiviso la sua prudenza, frenando un’iniziativa che in molte altre aziende tech è diventata prioritaria già da tempo.
Secondo Gurman, queste incertezze hanno avuto un impatto diretto anche sull’assistente vocale Siri. Le migliorie promesse durante la WWDC dello scorso anno non sono ancora state implementate, e non dovrebbero essere protagoniste nemmeno all’edizione 2025, dove Apple presenterà iOS 19 e altre novità. Anche il responsabile per l’IA John Giannandrea avrebbe incontrato ostacoli nel cercare di modernizzare Siri, bloccato da una struttura tecnica obsoleta e da una cultura aziendale restia a investimenti senza risultati chiari e immediati. Di conseguenza, Siri è rimasta molto indietro rispetto alla concorrenza e lontana da una vera rivoluzione.
Nel frattempo, Apple starebbe lavorando per dissociare l’immagine di Siri dal marchio “Apple Intelligence”, riconoscendo che la reputazione incerta dell’assistente vocale potrebbe ostacolare il successo delle nuove funzionalità IA. Sono comunque in sviluppo strumenti interessanti, tra cui un sistema di ottimizzazione della batteria tramite IA, l’assistente virtuale per la salute “Project Mulberry” e un’opzione, dedicata agli utenti europei, per sostituire Siri con alternative di terze parti.
Apple ora sembra però intenzionata a non annunciare più le funzionalità troppo in anticipo, per evitare altre promesse disattese. Saggia decisione.
