Apple ha presentato il nuovo iPhone Air come il modello più sottile mai realizzato, un esercizio di stile che punta a sorprendere per design e leggerezza. Con i suoi appena 5,6 millimetri di spessore, sembra quasi di avere in mano più una lastra di vetro e metallo che uno smartphone. Ma questo traguardo estetico ha richiesto inevitabilmente delle rinunce, che riportano al concetto di “forma al posto della funzionalità”, cioè la scelta di privilegiare il design rispetto alla praticità quotidiana.
Il primo compromesso evidente riguarda la batteria. Apple dichiara una durata fino a 27 ore di riproduzione video, ma resta comunque inferiore sia al modello base iPhone 17 sia ai Pro. Per un telefono che si definisce “all-day”, il supporto di una batteria esterna MagSafe diventa quasi una necessità, soprattutto per chi viaggia o fa un uso intensivo del dispositivo. È chiaro che lo spessore ridottissimo abbia imposto una capacità inferiore rispetto agli standard a cui gli utenti sono abituati.

Un altro aspetto che colpisce è la scelta di montare una sola fotocamera posteriore. Apple insiste sul fatto che il sensore da 48 megapixel possa sostituire più lenti grazie alle elaborazioni software, ma la realtà è che mancano il teleobiettivo e il grandangolo dedicati, ormai presenti da anni anche su modelli di fascia media. Per chi ama scattare in condizioni diverse, questa cosa rappresenta un passo indietro.
Lo stesso discorso vale per l’audio: l’iPhone Air è dotato di un solo speaker, che fa rinunciare al suono stereo che da tempo caratterizza gli smartphone della casa di Cupertino (e non). Guardare un film o giocare in orizzontale con l’audio proveniente da un unico lato potrebbe risultare meno immersivo, quasi fastidioso, soprattutto per chi era abituato alla resa dei modelli precedenti.


C’è poi la questione della connettività. L’assenza di un alloggiamento per la SIM fisica rende l’iPhone Air un dispositivo solo eSIM, una scelta che può funzionare bene in mercati maturi ma che complica la vita a chi viaggia spesso all’estero e preferisce affidarsi a SIM locali. È un segnale chiaro della direzione che Apple vuole imporre, ma che potrebbe non essere accolta con favore da tutti gli utenti.
Infine, anche se il chip A19 Pro è presente, la GPU è leggermente depotenziata rispetto ai modelli Pro e manca il sistema di raffreddamento avanzato. Questo significa che, in scenari di utilizzo più estremi, come il gaming prolungato o l’editing video, le prestazioni potrebbero non reggere allo stesso livello degli altri iPhone di nuova generazione. Il tutto viene proposto a un prezzo di listino tutt’altro che accessibile, posizionando l’Air come un prodotto di nicchia per chi vuole soprattutto un oggetto sottile ed elegante, accettando i compromessi che ne derivano.

L’iPhone Air è il manifesto perfetto di Apple quando sceglie la forma al posto della funzionalità: un oggetto bellissimo da mostrare, sottilissimo da toccare, ma che ti costringe a portarti dietro una batteria MagSafe, a scattare foto senza zoom dedicato e ad ascoltare musica in… mono. È un iPhone che sembra uscito da un concept futuristico, ma con compromessi molto concreti. In fondo, più che “Air”, qualcuno potrebbe definirlo un iPhone a dieta: leggero sì, ma anche nelle funzioni.
Volete davvero questo menù ridotto o preferite la portata completa? A voi la scelta… noi un assaggino vorremmo darlo.


