In un momento in cui la curiosità intorno ai progetti hardware di OpenAI cresce di giorno in giorno, nuovi documenti legali stanno svelando dettagli interessanti sul dispositivo in sviluppo insieme a Jony Ive, leggendario ex designer di Apple. Il progetto, affidato alla neonata io Products Inc., è stato al centro di una causa legale intentata da iyO, una startup supportata da Google, che ha contestato la somiglianza del nome “io” con il proprio marchio.
Nel corso della causa sono emersi documenti che offrono uno sguardo più ampio sul dispositivo, il quale, secondo le dichiarazioni ufficiali, non sarà né un dispositivo da indossare né un auricolare in-ear. Sam Altman ha infatti descritto il prodotto come qualcosa che “sta in tasca o sulla scrivania”, e che non è ancora pronto per il lancio, previsto tra almeno un anno.
La causa nasce dal fatto che iyO sviluppa dispositivi in-ear personalizzati e ha visto nella scelta del brand di OpenAI un potenziale conflitto. Dietro le quinte però la vicenda è più sfumata. Come rivelato da TechCrunch, diversi ex-dirigenti Apple ora in forza a io Products, tra cui Tang Tan e Evans Hankey, hanno effettivamente mostrato un forte interesse per le tecnologie di iyO, in particolare per i processi avanzati di scansione 3D dell’orecchio, utilizzati per personalizzare al meglio le cuffie. Nonostante i vari meeting tra le due aziende e il tentativo del CEO di iyO di proporre una collaborazione o persino un’acquisizione del valore di circa 200 milioni di dollari, OpenAI ha poi declinato l’offerta.
La parte più interessante di questa vicenda riguarda proprio il futuro prodotto di OpenAI. I documenti sottolineano che il team ha speso mesi a studiare i dispositivi audio e in-ear, benché il loro primo dispositivo non seguirà questa strada. All’interno di una delle email, un ingegnere di io ha comunque proposto di acquistare un database di scansioni auricolari da un fornitore di iyO, con l’obiettivo di migliorare l’ergonomia dei futuri device. Questo conferma che, pur non trattandosi di un wearable in senso stretto, il team sta esplorando con attenzione l’interazione tra IA e tecnologie audio.
In definitiva, tutto questo conferma che il misterioso dispositivo AI di OpenAI e Ive potrebbe rappresentare qualcosa di radicalmente nuovo nell’interazione uomo-macchina. La scelta di non seguire la strada dei wearable classici o degli auricolari intelligenti suggerisce che ci troviamo davanti a un progetto ancora in evoluzione, ma con ambizioni molto alte. Con la roadmap ancora aperta e il lancio previsto non prima del 2026, non resta che attendere per scoprire quale sarà l’effettivo volto di questa nuova piattaforma hardware.


