Il processo produttivo a 2 nanometri (nm) rappresenta l’ultima frontiera nella miniaturizzazione dei chip, e consente di inserire un numero ancora maggiore di transistor in un’area ridottissima. Questo si traduce in prestazioni piรน elevate, consumi energetici inferiori e maggiore efficienza complessiva, compresa quella termica.
La sfida per raggiungere i 2 nm รจ enorme e richiede investimenti ingenti in ricerca e sviluppo, ma i benefici in termini di potenza di calcolo sono innegabili.
Fino a pochi anni fa, l’industria dei semiconduttori seguiva un ciclo di aggiornamento biennale per quanto riguarda i processi produttivi, ma la complessitร crescente della miniaturizzazione ha portato a un previsto rallentamento, con i nodi a 7 nm e 5 nm che sono stati utilizzati per due anni ciascuno. Ora sembra che anche il processo a 3 nm si appresti a raggiungere il terzo anno di utilizzo consecutivo, il che farebbe pensare ad un passaggio a un ciclo triennale.
Considerando questo nuovo ciclo di sviluppo, รจ probabile che il primo iPhone con un processore a 2 nm non arriverร prima del 2026, con un eventuale iPhone 18 Pro. Facedo due conti, Apple utilizzerร la terza generazione del processo a 3 nm (N3P) per l’iPhone 17, mentre la produzione di massa dei chip a 2 nm da parte di TSMC รจ prevista per la fine del 2025.
ร possibile che i modelli base di iPhone 18 continuino a utilizzare chip a 3 nm, mentre la vera rivoluzione a 2 nm sarร riservata ai modelli Pro.


