Recensione Samsung Galaxy Z Flip 7: difficile da aprire, impossibile da chiudere

Recensione Samsung Galaxy Z Flip 7: difficile da aprire, impossibile da chiudere

Partiamo da un presupposto importante: questa recensione sarà da parte di una persona, me, che non ha mai avuto un Flip, o in linea generale un pieghevole. Sarà quindi una recensione che partirà da zero, dalle basi, e non dal punto di vista di qualcuno che ha usato i Flip precedenti e vi parlerà di upgrade minori, piccoli miglioramenti e differenze con i modelli precedenti.

Per me il mondo dei pieghevoli è un mondo nuovo, affascinante, e da imparare dall’inizio. Il Galaxy Z Flip 7 è quindi una grande novità che per la prima volta, posso avere tra le mani, grazie a Digiteee.

Mi sono approcciato quindi a questo prodotto con una sensazione di scoperta e meraviglia, ma anche con tanto senso critico: è più facile apprezzare uno smartphone come il Flip se si è da decenni un utente dei classici candy bar, oppure è più semplice se si è già coinvolti in questo genere di mercato?

Scopriamolo insieme nella mia recensione del Samsung Galaxy Z Flip 7.

Cos’è il Samsung Galaxy Z Flip 7: design, qualità costruttiva e specifiche

Il Samsung Galaxy Z Flip 7 è l’ultima incarnazione del pieghevole compatto secondo Samsung, una linea che ha saputo evolversi nel tempo fino a diventare qualcosa di più di un semplice concept. È uno smartphone che da chiuso entra comodamente in tasca o nel palmo della mano, ma una volta aperto offre un’esperienza da vero top di gamma.

L’anima del prodotto resta la sua doppia personalità: chiuso è uno smartwatch gigante, un mini telefono o una fotocamera tascabile, aperto è un dispositivo a tutti gli effetti, potente, reattivo e completo. Non è semplicemente un prodotto alla moda, ma un nuovo modo di vivere l’esperienza smartphone.

La costruzione del Flip 7 è il perfetto equilibrio tra ingegneria e praticità. Il meccanismo di apertura è di tipo semi-automatico: dopo una prima parte che si apre manualmente (e rimane salda e ferma al suo posto), interviene una sorta di molla che fa scattare il display nella posizione finale con un movimento che però risulta sempre morbido e non improvviso. La cerniera, ormai affinata alla settima generazione, è stabile e resistente, mentre il corpo in Armor Aluminum 2 e vetro Gorilla Glass Victus garantisce solidità e una sensazione premium in mano.

Il display interno è flessibile ma protetto, mentre quello esterno, più ampio rispetto ai modelli precedenti, trasforma il telefono in un piccolo centro di controllo della tua vita.

A livello di specifiche, il Galaxy Z Flip 7 è dotato di un processore Exynos 2500, affiancato da 12 GB di RAM e fino a 512 GB di memoria interna. Il display interno è un Dynamic AMOLED 2X da 6,9 pollici con refresh rate adattivo fino a 120 Hz, mentre lo schermo esterno misura ben 4,1 pollici, anch’esso AMOLED, ed è finalmente abbastanza grande da gestire widget, risposte rapide e persino applicazioni.

Sul fronte fotografico troviamo una doppia fotocamera esterna da 50 MP e 12 MP (ultragrandangolo), mentre all’interno è presente una selfie cam da 10 MP, integrata nel foro centrale del display. Tutto è pensato per offrire versatilità e prestazioni da flagship, con l’aggiunta di quella piega che lo rende davvero unico.

Si piega, si chiude, si scalda. Grazie Exynos

Visto che abbiamo appena parlato di processore, direi di toglierci immediatamente il sasso gigante che ci è entrato nella scarpa. Samsung ha infatti deciso di differenziare le due anime della sua linea pieghevole anche sotto al cofano: mentre il Galaxy Z Fold 7 monta il potente Snapdragon 8 Elite, il nuovo Galaxy Z Flip 7 punta tutto sull’Exynos 2500, una scelta che ha generato parecchie discussioni.

Per molti utenti si tratta di un passo indietro, o quantomeno di una scelta “al risparmio” rispetto al fratello maggiore. E in effetti, i benchmark parlano chiaro: i punteggi ottenuti dal Flip 7 sono inferiori rispetto a quelli del Fold 7. Ma c’è da considerare anche un altro fattore spesso ignorato: lo spazio. Il Flip 7 è estremamente sottile, compatto, con margini tecnici molto più stretti per dissipare calore e ospitare componenti ad alte prestazioni.

Nell’uso quotidiano però, la storia cambia. Il Flip 7, con il suo Exynos 2500, si comporta in maniera assolutamente impeccabile. A parte qualche secondo in più di riflessione all’accensione (ma chi spegne mai davvero lo smartphone al giorno d’oggi?), non ho mai notato impuntamenti o ritardi in contesti reali. La navigazione, l’uso delle app, le animazioni, tutto scorre come ci si aspetta da un top di gamma moderno. Certo, se siete gamer incalliti e volete spremere al massimo ogni core, direi che non si tratta del dispositivo perfetto, ma il Flip 7 non nasce per essere il più potente: nasce per essere il più pratico, tascabile, versatile e anche un divertente da usare.

Una nota importante, però, va fatta sul surriscaldamento. Utilizzando lo smartphone in condizioni normali, questo tende a surriscaldarsi molto velocemente, soprattutto sulla parte alta. Non rappresenta un problema insormontabile, anche perché se prendiamo come paragone l’iPhone 16 Pro Max o il Samsung Galaxy S25 Ultra, scaldano allo stesso modo, nelle stesse condizioni. Uno smartphone, insomma, che ha ottime prestazioni, ma che soprattutto d’estate tende a scaldare molto.

In definitiva, l’Exynos è una scelta discutibile, ma non una condanna. Il Flip 7 non è mai stato pensato per correre più veloce di tutti, ma per farlo con stile e leggerezza. E sotto questa luce, la decisione ha perfettamente senso e non rappresenta un reale handicap.

La One UI 8 è il fulcro dell’esperienza Flip

La One UI 8 è senza dubbio il cuore pulsante dell’esperienza sul Flip: un’interfaccia che amalgama eleganza, funzionalità e intelligenza artificiale in modo sorprendente. La sensazione generale è di trovarsi di fronte a un sistema maturo, semplice da padroneggiare, ma capace di offrire strumenti molto avanzati. Ogni gesto, ogni menu è studiato per essere intuitivo e utile, senza complicazioni di sorta. Sotto questa veste elegante, però, si nasconde un motore potente che valorizza il potenziale del Flip 7.

La vera magia accade sul Cover Screen, la cosiddetta Flex Window: con One UI 8 ora è possibile usare widget interattivi, ricevere notifiche e rispondere ai messaggi, controllare la musica e accedere all’assistente IA di Gemini Live, il tutto senza aprire lo smartphone. La presenza della Now Bar sul cover screen è una trovata geniale: visualizza promemoria, previsioni e informazioni di contesto direttamente sulla parte esterna del dispositivo. Avere accesso ad app e widget direttamente sullo schermo esterno dona una praticità impareggiabile per controlli rapidi e notifiche lampo, e trasforma la Flex Window da orpello estetico a vero centro di controllo portatile.

Anche sul display principale, aperto, la One UI 8 conferma la sua forza. Tra le novità più interessanti c’è la modalità split‑screen in proporzione 90/10 che vi permette di usare due app contemporaneamente, una in primo piano e l’altra in uno spazio ridotto superiore o inferiore, cosa ideale per fare la spola tra app senza perdere visibilità. La gestione delle finestre è super fluida, la risposta ai comandi fulminea e il multitasking è davvero comodo. Insomma è il sistema perfetto per chi alterna messaggistica, navigazione e multimedia.

@digiteeeblog Come sbloccare il potenziale del Cover Screen di Galaxy Z Flip 7 #samsung #zflip7 #flip #flip7 ♬ suono originale – Digiteee Blog Tecnologia

Infine, un capitolo a parte merita l’integrazione con il modulo MultiStar. Grazie a Multistar, potete eseguire praticamente qualsiasi app o gioco direttamente sul cover screen del Flip 7: un’opzione che spalanca la porta a un uso esterno avanzato, già disponibile in passato, ma che oggi diventa ancora più sensato grazie al generoso aumento di schermo.

Ma per questo, c’è bisogno di un discorso più ampio che affronteremo proprio nel prossimo capitolo.

Il topolino nella stanza: parliamo del Cover Display

Grazie a MultiStar ho potuto rispondere ai messaggi, utilizzare Netflix e Youtube, ho addirittura giocato a Roblox. Multistar sblocca davvero il pieno potenziale del cover screen, trasformandolo in un mini schermo operativo con cui interagire più spesso di quanto si crede. Sono più le volte che ho scelto in auto il video YouTube da ascoltare tramite a2dp, che ho risposto velocemente ad un messaggio, che ho controllato la posta, o che ho messo una puntata su NetFlix sullo schermo esterno, di quanto non l’abbia fatto a smartphone aperto.

Il Galaxy Z Flip 7 è diventato letteralmente il mio gadget preferito, un dispositivo grande quanto mezzo telefono (ma spesso il doppio quando chiuso, c’è da dirlo) che sto utilizzando in mille modi diversi, sempre da chiuso.

Ovviamente, inutile da dire, se si è ingaggiati in una lunga conversazione, se si deve navigare sul web, leggere un articolo, o fare cose che comunque richiedono più attenzione, lo smartphone andrà necessariamente aperto. Il concetto, però, è che si aprirà meno di quanto probabilmente si è fatto in passato, o almeno questa è stata la mia esperienza quotidiana con questo dispositivo.

Visto che ci siamo, apro una piccola parentesi anche sullo schermo interno: il Galaxy Z Flip 7 ha uno schermo da 6,9 pollici con rapporto di forma di 21:9. Questo vuol dire che rispetto al passato, lo schermo è sì alto, ma anche leggermente più largo. Rispetto a smartphone come ad esempio il Galaxy S25 Ultra, con il quale ho potuto compararlo, e che ha un rapporto a 19,5:9, non ho trovato criticità nell’utilizzo quotidiano e nella scrittura sulla tastiera.

Il formato leggermente più lungo, anzi, mi ha permesso di utilizzare le app, soprattutto social, con più facilità, avendo più spazio utile per la fruizione di contenuti. Non saprei dire onestamente tra i due formati quale sia il migliore, ma sono convinto comunque che entrambi rappresentino un ottimo compromesso tra larghezza e altezza, e siano quindi validi allo stesso modo. Niente telecomando, quest’anno.

Tornando al cover screen, ho un’ultima considerazione importante da fare. Grazie alla flessibilità delle posizioni che il Flip 7 riesce ad assumere, ed al fatto che ovviamente ospita anche le fotocamere principali (quindi non la selfie cam, ma quelle che tecnicamente sono poste sul retro), si aprono infinite possibilità di scatto. Potete infatti appoggiare lo smartphone su una superficie, tenerlo in mano da chiuso, impugnarlo come una vecchia telecamera, ed in tutte queste situazioni utilizzare comunque la potente fotocamera principale da 50 MP per scattare selfie o foto di gruppo.

Ma questo è un fattore che approfondiremo parlando di:

Fotocamere: tanta qualità, con qualche rinuncia

Le fotocamere del Galaxy Z Flip 7 riflettono perfettamente la filosofia del dispositivo: versatilità prima di tutto, con qualche compromesso inevitabile. Partiamo dalla selfie cam interna, quella visibile solo quando lo smartphone è aperto: parliamo di un sensore da 10 MP, che offre risultati discreti, ma sicuramente non al passo con le frontali dei migliori smartphone attuali. Nulla di scandaloso: va benissimo per videochiamate, storie e contenuti rapidi, anche perché la possibilità di piegare lo smartphone e appoggiarlo su una superficie, senza bisogno di supporti, lo rende estremamente comodo per queste situazioni. In poche parole: niente infamia, niente lode, ma è funzionale.

Detto questo, viene da chiedersi: ma chi usa davvero quella fotocamera interna, quando può scattare selfie con la principale, sfruttando il cover screen come monitor? Ecco dove il Flip 7 diventa davvero interessante.

Grazie al display esterno, è possibile scattare selfie ad altissima qualità usando la fotocamera principale, anche con lo smartphone chiuso. Si può impugnare il dispositivo come una compatta o semplicemente poggiarlo su un tavolo per farsi scattare una foto in modo stabile e naturale grazie anche al supporto delle gesture per far partire l’autoscatto. E quando si scatta una foto a qualcun altro, è possibile attivare la preview direttamente sul cover screen: in questo modo la persona ritratta può vedere in tempo reale come verrà la foto ed eventualmente riposizionarsi. Una funzione tanto semplice quanto geniale, che ho trovato estremamente utile in più di un’occasione. Il Flip7 eccelle in queste cose: le idee.

Sul fronte fotografico vero e proprio, il Flip 7 si comporta più che bene. Gli scatti diurni sono eccellenti: dettagli nitidi, colori ben bilanciati e una gestione della luce e dell’hdr degna di nota.

Anche in condizioni di scarsa luminosità, il software fa un ottimo lavoro di ottimizzazione, merito probabilmente anche di qualche novità nell’elaborazione introdotta dalla One UI 8, che sembra aver migliorato ulteriormente la gestione delle immagini.

La fotocamera principale grandangolare e la ultra-grandangolare sono entrambe solide, e gli scatti con zoom 2x e 4x restano più che utilizzabili, come possiamo vedere dagli esempi che seguono. Il problema arriva quando si tenta di spingersi oltre: lo zoom digitale 10x genera immagini pesantemente artefatte, poco definite, e difficili da usare anche solo in un contesto social. Figuriamoci per qualcosa di professionale.

L’assenza di uno zoom ottico si fa sentire, inutile negarlo, ma è un compromesso che ha le sue ragioni. A differenza del Fold 7, che ha spazio a sufficienza per ospitare un blocco fotocamere importante (che infatti sporge in modo piuttosto evidente dalla scocca), il Flip 7 è uno smartphone sottilissimo, compatto, pensato per entrare in tasca anche da chiuso.

Aggiungere una lente zoom avrebbe voluto dire sacrificare lo spessore o la simmetria del design. Personalmente, lo considero un compromesso accettabile. Per l’uso quotidiano e per chi vuole uno smartphone più divertente che tecnico, il Flip 7 fa più che bene il suo lavoro.

Il fattore divertimento

Il Galaxy Z Flip 7 è, senza troppi giri di parole, uno smartphone fottutamente divertente da utilizzare. Non parliamo del classico dispositivo tutto potenza e specifiche da urlo, ma di un prodotto che ti mette il sorriso in faccia ogni volta che lo apri, lo chiudi, o semplicemente lo usi in modo un po’ diverso dal solito. Il gesto di piegarlo e sentirlo scattare in posizione è appagante, quasi terapeutico. Aprirlo con una mano, chiuderlo con uno schiocco, tenerlo mezzo piegato per guardare un video o scattare una foto hands-free: sono piccole cose che rendono l’interazione fisica con il telefono parte dell’esperienza, e non solo un mezzo per accedere a uno schermo.

Non vi sto a dire neanche quanto è soddisfacente attaccare in faccia allo spammer di turno che vuole proporvi un nuovo contratto di energia elettrica semplicemente chiudendo lo smartphone, un po’ come si faceva una volta con i telefoni a conchiglia, o meglio ancora, con i fissi a cornetta.

@digiteeeblog Che soddisfazione 😂😂😂 #galaxyzflip7 #flip7 #samsung #callcenter ♬ suono originale – Digiteee Blog Tecnologia

Poi c’è il cover screen, che è diventato molto più di un “orologio evoluto”. Rispondere a un messaggio, cambiare canzone, fare una foto, leggere una notifica o aprire direttamente una mini app: tutto da uno schermo minuscolo che ti sembra quasi una sfida a usarlo sempre di più. Ed è proprio lì che il Flip 7 cambia le regole del gioco. Ti spinge a interagire, a sperimentare, a personalizzare. Non è semplicemente un telefono, è un gadget tecnologico che ti coinvolge a livello sensoriale, e ti fa sentire parte di un’idea diversa di smartphone.

È questo l’aspetto che lo rende unico: non vuole battere record di benchmark, non punta a stracciare la concorrenza sui numeri. Vuole piacerti, farti venir voglia di tirarlo fuori dalla tasca anche solo per giocherellarci. E ci riesce.

Non sarà lo smartphone più tecnico, ma è uno di quelli che ti fa dire “ok, questo è davvero figo da usare”. E nel 2025, dove tutti gli smartphone iniziano a sembrare uguali, non è per niente poco.

Abbiamo capito che il Flip 7 è bello, ma quanto dura la batteria?

Facendo recensioni da più di un decennio, questa è la domanda che più mi assilla e mi perseguita. Tralasciando il simpaticone che ti chiede “quanto dura la batteria?” dopo mezza giornata che ti è arrivato lo smartphone, la durata della batteria è sempre stato un punto molto discusso e controverso nelle recensioni.

Questo lo dico per esperienza personale, perché l’utilizzo di uno smartphone cambia da persona a persona, e dati tecnici come “le ore di schermo acceso” lasciano il tempo che trovano, dato che posso anche tenere lo smartphone acceso per 16 ore con la luminosità sempre al minimo perché vivo in un bunker o utilizzo lo smartphone solo nei vicoli più bui e sospetti della mia città.

Per questo motivo non ho quasi mai presentato dati o parlato di batteria in maniera tecnica, ma, come d’altronde ogni mia recensione, più di cuore.

Il Flip 7 ha una batteria scarsa che non ti porta a fine giornata? Assolutamente no. Questo è dovuto anche a due fattori secondo me abbastanza importanti: l’utilizzo del cover screen ti evita parecchie volte di utilizzare lo schermo principale, che per ovvietà di cose, consumerebbe di più. Se siete quindi utilizzatori del mini schermo come sto facendo io, sicuramente avrete un bonus batteria importante. L’altro fattore principale è il processore: l’Exynos 2500 non è potente ed energivoro come ad esempio uno Snapdragon di ultima generazione, e questo porta, sempre a mio avviso, ad un risparmio energetico importante.

In conclusione, e per parlare di fatti, il Flip 7 mi ha sempre portato a fine giornata senza avere grossi problemi, ed in giornate più intense, è bastato dargli una piccola botta di vita con un powerbank o un caricatore. Questo è esattamente quello che faccio con S25 Ultra e con iPhone 16 Pro Max, nè più nè meno. Per me, quindi, la durata della batteria è paragonabile agli altri top di gamma.

Nota di demerito invece all’effettiva velocità di ricarica, che Samsung si ostina a tenere bassa, e che richiede più tempo della concorrenza per dare energia allo smartphone. Non essendo un utilizzatore compulsivo dello smartphone, comunque, non mi ha mai dato noia metterlo a caricare per quella mezz’ora in più.

Pro e contro: tante cose belle, ma anche alcune cose brutte

Tra le qualità del Galaxy Z Flip 7, ce ne sono alcune che saltano immediatamente all’occhio (e al tatto). La prima è senza dubbio lo schermo esterno, un piccolo gioiello che riesce a trasformare la parte “chiusa” dello smartphone in un vero strumento multi funzione. È grande, chiaro, luminosissimo, reattivo e sfruttabile in modi che fino a poco tempo fa sembravano fantascienza. Il formato compatto, poi, è un altro dei suoi grandi punti di forza: in tasca non si sente, sulla scrivania è discreto, in mano è leggerissimo. È uno di quei dispositivi che si portano con sé con naturalezza, senza mai essere ingombranti o fastidiosi. Anche il meccanismo di apertura contribuisce al piacere d’uso: solido, fluido, con quello scatto finale che fa molto più di quanto sembri. È quasi una firma dell’esperienza Flip.

Lo schermo interno, più alto del normale, è perfetto per chi passa molto tempo a scrollare feed social o leggere articoli. La visualizzazione verticale è comoda, naturale, ti fa vedere più contenuti in meno swipe. E non possiamo non parlare della One UI 8, che su questo smartphone dà il meglio di sé. È un’interfaccia ricca, potente e adattiva, che fa sembrare intelligente ogni gesto. Le fotocamere, infine, offrono scatti ottimi in quasi tutte le condizioni, e la possibilità di usarle per i selfie grazie al display esterno è una di quelle comodità che una volta provate, difficilmente si abbandonano.

Per quanto riguarda la famosa piega, io non mi sento di metterla tra i contro. Si, la piega c’è, ma è visibile solo in condizioni di luce particolare, se avete dei faretti, o se proprio vi mettete a cercarla. Non influisce sull’utilizzo quotidiano, e soprattutto se c’è qualcosa a schermo, non si vede. Si tratta letteralmente di una di quelle cose che vedete solo se lo schermo è nero. E lo schermo non è quasi mai nero.

Ma ovviamente non è tutto oro quel che luccica, anzi, proprio il luccicare è uno dei problemi principali. Lo schermo interno del Flip 7 riflette tantissima luce. Troppa. In ambienti molto illuminati o all’aperto, può diventare complicato usarlo con facilità. E qui entra in gioco la famigerata pellicola preapplicata: Samsung dice chiaramente di non rimuoverla, ma di certo non aiuta. Anzi, aumenta gli aloni, i riflessi, le impronte, e rende la visione in certe condizioni quasi frustrante. Per chi arriva da dispositivi con trattamenti anti-riflesso avanzati, come S25 Ultra, la differenza è devastante.

Un altro aspetto da tenere a mente è la gestione del calore. Come già detto, il Flip 7 tende a scaldare durante l’uso prolungato o in ambienti caldi. Non si arriva mai a livelli preoccupanti, ma è qualcosa che si sente. È un limite dovuto alle dimensioni e allo spessore ridotto del dispositivo, certo, ma rimane un fatto. A questo si aggiunge il lettore di impronte laterale: per chi è abituato a FaceID o al sensore sotto lo schermo, risulta quasi innaturale. Si cerca il sensore dove non c’è, e il posizionamento piuttosto alto del tasto power lo rende anche un po’ scomodo da raggiungere.

Il Galaxy Z Flip 7 è uno smartphone con tanti pregi e qualche difetto, che è giusto evidenziare. Ricapitoliamo quindi Pro e Contro.

Pro

  • Schermo esterno ampio e realmente utile
  • Meccanismo di apertura solido e soddisfacente
  • Formato compatto e comodissimo da portare
  • One UI 8 completa, potente e ottimizzata per il Flip
  • Ottime fotocamere principali, anche per selfie

Contro

  • Schermo interno troppo riflettente, difficile da usare con luce diretta
  • La pellicola preapplicata peggiora ulteriormente i riflessi
  • Tende a scaldare molto, anche con uso medio
  • Lettore impronte laterale scomodo da raggiungere
  • Selfie cam interna nella media, niente di eccezionale

Conclusioni e giudizio finale

Il Galaxy Z Flip 7 non è uno smartphone qualsiasi. È un oggetto che si piega, si apre, si richiude su sé stesso, ma soprattutto ti cambia il modo di interagire con la tecnologia. In un mondo dove tutti i telefoni sono uno la fotocopia dell’altro, questo si distingue con personalità e una sana voglia di stupire. Non è lo smartphone più potente del mondo, ma non prova nemmeno a esserlo, ma è quello che mi ha fatto divertire di più, quello che ho trovato più pratico, più curioso, più capace di portare qualcosa di davvero nuovo sulla mia scrivania e nelle mie tasche.

Ha dei difetti, certo. Alcuni li ho anche trovati quasi simpatici, come quei difettucci che rendono un po’ più umano qualcosa di così futuristico. Altri, come i maledetti riflessi dello schermo interno, continuano a darmi fastidio ogni singola volta che ci batte sopra la luce. Ma nonostante tutto, è uno smartphone che riesce a farsi amare. E quando un gadget riesce a fare questo, a emozionarti, a farti sorridere solo aprendolo con un colpo di pollice, allora ha già vinto.

Quindi, vale la pena comprarlo? Se siete fan dei flip, non credo serva nemmeno che ve lo dica: è, con tutta probabilità, il miglior flip mai creato da Samsung. Se siete curiosi, amanti del design, o semplicemente vi siete stancati della solita minestra rettangolare, qui c’è qualcosa che può davvero rinfrescarvi l’esperienza.

Lo sconsiglierei invece a chi tratta gli smartphone come strumenti da guerra, a chi gioca tanto, o a chi cerca la massima potenza bruta. Non perché non regga, ma perché non è proprio stato concepito per quello.

È, almeno per ora, la sorpresa più bella del 2025. Ma occhio, perché se tra poco metto le mani su un Fold… potrei anche cambiare idea.

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