Dopo aver recensito il Galaxy Z Flip 7 da utenti completamente nuovi al mondo dei pieghevoli, torniamo oggi con un approccio simile, ma più consapevole. Il protagonista è il Samsung Galaxy Z Fold 7, un dispositivo che non si limita a piegarsi, ma cambia il modo in cui si vive lo smartphone.
Anche questa volta, la recensione sarà diversa dalle solite: non snoccioleremo tutti i dettagli tecnici in modo sterile, ma ci concentreremo su ciò che conta davvero, cioè l’esperienza d’uso.
Veniamo quindi da un’esperienza con il Flip e ora affrontiamo il Fold con una prospettiva nuova, quella di chi ha scoperto il gusto dei pieghevoli ed è veramente in difficoltà al pensiero di tornare indietro.
Hardware, in breve

Facciamo però una doverosa, seppur rapida, panoramica hardware. Il Fold 7 è un concentrato di potenza e ingegneria: monta un processore Snapdragon 8 Elite for Galaxy, con 12 GB di RAM e opzioni da 256, 512 GB o 1 TB di memoria interna. Il display esterno è un Dynamic AMOLED da 6,5 pollici con refresh rate a 120Hz, perfettamente utilizzabile come uno smartphone normale. Ma il vero spettacolo si apre all’interno: un gigantesco schermo pieghevole da 8 pollici, sempre Dynamic AMOLED 2X, anch’esso a 120Hz. La batteria è da 4.400 mAh, con supporto alla ricarica a 25W, ricarica wireless e anche ricarica inversa.
Il peso è di circa 215 grammi, con uno spessore di 8.9 mm da chiuso e solo 4.2 mm da aperto: un vero miracolo d’ingegneria.

Sul fronte fotografico, il Galaxy Z Fold 7 alza decisamente il tiro rispetto ai modelli precedenti. La tripla fotocamera posteriore include un sensore principale da 200 MP (wide‑angle con OIS), ideale per catturare dettagli minuti e scenari brillanti, un ultra‑grandangolare da 12 MP che ora supporta anche l’autofocus per macro nitide, e un teleobiettivo da 10 MP con zoom ottico 3x. All’interno, sotto il display pieghevole, è presente una fotocamera da 10 MP.
Il Fold 7 non gioca sui numeri fini, ma punta a stupire con risultati concreti e di qualità. Da qui parte la nostra nuova esperienza pieghevole.
Perché “Non lo apri, finché non lo apri”?

Il titolo di questa recensione, “Non lo apri, finché non lo apri“, è un gioco di parole che merita subito una spiegazione, soprattutto dopo qualche fraintendimento sorto con quello del Flip 7, ovvero “Difficile da aprire, impossibile da chiudere”. In quel caso si parlava della sorprendente versatilità del Cover Screen, che permetteva di fare quasi tutto senza nemmeno aprire lo smartphone, e di come una volta aperto diventasse così piacevole da usare da non volerlo più chiudere. Nel caso del Galaxy Z Fold 7 il concetto è simile, ma declinato in modo completamente diverso, grazie ad un approccio progettuale unico.
Con il Fold 7, infatti, Samsung ha introdotto uno schermo esterno con rapporto 21:9, molto più comodo e familiare rispetto al passato. Questo rende l’uso da chiuso molto più simile a quello di uno smartphone tradizionale, tanto che spesso non si sente neanche il bisogno di aprirlo. Tutto cambia, però, quando si compie quel gesto: una volta aperto, il Fold 7 si trasforma in un piccolo tablet dalle potenzialità enormi. È a quel punto che scopri davvero cosa significa avere un dispositivo pieghevole di nuova generazione, e cominci ad aprirlo sempre più spesso, perché l’esperienza che offre è totalmente diversa da qualsiasi altro smartphone.
Chiarito questo concetto fondamentale, possiamo finalmente iniziare a raccontare cosa offre davvero il Galaxy Z Fold 7 rispetto alla concorrenza, in termini di praticità, innovazione e pura goduria tecnologica.
Esperienza d’uso: La One UI 8 è la vera chicca del Fold 7


Tutto questo ben di dio non servirebbe a nulla senza un software capace di gestirlo. Ecco perché la One UI 8 è uno degli elementi più importanti e sorprendenti del Galaxy Z Fold 7. Samsung non si è limitata a trasportare Android su un grande schermo, ma ha costruito un’interfaccia su misura, pensata per adattarsi dinamicamente al formato chiuso e aperto. Il risultato? Una fluidità d’utilizzo che non solo valorizza l’hardware, ma lo completa. La sensazione è quella di un sistema che sa sempre dove si trova e cosa deve fare.
Il frutto di anni di esperienza si vede eccome: i menù cambiano formato in base allo schermo, le icone si ridistribuiscono in modo intelligente e, soprattutto, il multitasking è qualcosa di semplicemente fenomenale. Questo è uno smartphone per chi lavora, per chi ha bisogno di tenere d’occhio una riunione mentre scrive un’email, consultare un documento e magari risponde su WhatsApp. È per chi “vuole le cose fatte, e fatte subito”, e il Fold 7 con la One UI 8 si presta alla perfezione. Si possono gestire fino a tre app in split screen, e aprirne altre in finestre flottanti, anche se, va detto, in alcuni casi lo spazio non è proprio generosissimo, nonostante gli 8 pollici.
Il sistema di gesture è intelligente, intuitivo e, cosa non da poco, altamente personalizzabile. Una delle più utili è quella che si attiva trascinando due dita dal bordo dello schermo: divide in automatico l’app attiva e propone le app recenti o preferite per l’altra metà dello schermo. Il tutto avviene in un attimo. A rendere ancora più immediata la gestione c’è anche il classico “Pannello Edge”, quella barra laterale fluttuante presente da anni sui Samsung, che però per la prima volta trova davvero un senso profondo proprio qui sul Fold 7.


Ho testato svariate applicazioni, inclusi giochi e strumenti da lavoro, e la compatibilità è risultata eccellente. Nessun crash, nessuna anomalia. L’unica app che ha mostrato un po’ di fastidio è Telegram, che non sembra apprezzare troppo il continuo ridimensionamento tra schermi. Ogni tanto va chiusa e riaperta. Si spera in un update, Durov. So che ci leggi.
Infine, la personalizzazione è profonda e ben integrata. È possibile assegnare wallpaper diversi per lo schermo esterno e quello interno, e in modalità fotocamera, a telefono aperto, si può attivare una vista divisa, con anteprima degli scatti a sinistra e mirino a destra. Sono piccole cose, certo, ma quando le metti tutte insieme, capisci che la One UI 8 è davvero in simbiosi con il Fold 7. Non è solo un’interfaccia, è il pilastro stesso dell’esperienza utente.
Tralascio fuori dal discorso cose come la Now Bar, le funzioni Galaxy AI, ecc. che conosciamo ormai già a menadito.
Uno smartphone che fa tanto, anzi, di più

Utilizzare il Galaxy Z Fold 7 significa riscrivere il concetto stesso di smartphone. La modalità più ovvia, quella da aperto, è anche quella più affascinante: ci si ritrova davanti a un dispositivo che, nel momento esatto in cui si dispiega, abbandona l’identità del telefono per assumere quella di un mini tablet. Navigare, rispondere ai messaggi, scorrere i social o guardare video diventa un’esperienza immersiva e appagante. L’interfaccia delle app compatibili si adatta alla perfezione, e trasforma attività quotidiane come leggere una mail o aprire un documento in qualcosa di più semplice, rapido e visivamente piacevole.
Il formato ampio dello schermo interno migliora ogni singola azione. È perfetto per l’uso da divano, per la pausa in ufficio, per chi si sposta spesso e vuole portarsi dietro un unico dispositivo che sia flessibile in tutti i sensi. Il multitasking di cui abbiamo parlato prima trova qui il suo habitat naturale: tutto è a portata di tap, senza compromessi. Ma il vero colpo di scena arriva quando ti rendi conto che, una volta aperto, il Fold 7 cambia le tue abitudini.
Arriviamo quindi al punto fondamentale di questa review: questo dispositivo ha sostituito il mio iPad per la fruizione dei contenuti multimediali e ha quasi sostituito il mio Mac per alcune attività leggere. No, non ci scriverei articoli interi o email professionali troppo lunghe, ma tutto il resto? YouTube, Netflix, Prime Video, anche semplicemente leggere un PDF o navigare? Il Fold 7 lo fa benissimo, anzi, lo fa meglio. Grazie alla Flex Mode, posso poggiarlo ovunque senza cavalletti, senza cover, senza nulla. Si tiene da solo. Lo muovo da una stanza all’altra come fosse un blocchetto, è pratico, maneggevole, discreto. E soprattutto, è sempre pronto all’uso. Non è enorme, ma non è neppure sacrificato come uno smartphone classico. È un punto d’equilibrio geniale.


Due parole anche sul peso: 215 grammi sulla carta possono sembrare tanti per un telefono, ma vanno letti nel contesto. Una volta aperto, il Fold 7 distribuisce il suo peso su una superficie ampia, rendendolo sorprendentemente leggero alla sensazione. Non stanca le mani, non pesa sulla scrivania, e soprattutto fa dimenticare tutto il resto. Quando si dice che la tecnologia scompare quando funziona bene, ecco, è proprio questo il caso.
Piccola nota sulla Flex Mode. Per le app compatibili, come YouTube, compaiono dei comandi di riproduzione sulla parte bassa dello schermo, oppure con Aslphalt i controlli per guidare l’auto, mentre per tutte le altre appare un vero centro di controllo con tanto di trackpad (e cursore del mouse annesso), rotellina per scorrere e tanti altri tool utili. Semplicemente fantastica.
Si tratta di un buon cameraphone?

Risposta breve: no.
Nonostante il Galaxy Z Fold 7 porti con sé una serie di importanti miglioramenti rispetto ai modelli precedenti, non possiamo considerarlo un vero cameraphone. Il suo scopo non è quello di primeggiare nelle classifiche fotografiche, ma piuttosto offrire un pacchetto bilanciato tra produttività, versatilità e qualità generale.
Detto ciò, è importante riconoscere che condivide con l’S25 Ultra una delle migliori fotocamere in circolazione: il sensore principale da 200MP. Questa somiglianza però si ferma lì, perché sul Fold 7 mancano alcuni dettagli fondamentali come il laser autofocus, e le fotocamere secondarie non sono all’altezza della principale.



Gli scatti in diurna sono di alto livello, nitidi, dettagliati, con colori vividi e una buona gamma dinamica. Ma basta passare alla fotocamera ultra-grandangolare o allo zoom 3X per accorgersi della differenza: la qualità cala in modo sensibile, soprattutto quando si cerca il dettaglio.


La lente zoom è utile per qualche scatto ravvicinato, ma il range limitato e la qualità media la rendono poco più che un’aggiunta. A questo punto ci si chiede: non sarebbe stato meglio recuperare spazio intedno rinunciando allo zoom e magari migliorare la grandangolare? Boh… chi sono io per dirlo?


In notturna, la situazione resta solida ma non esaltante. Il Fold 7 porta a casa foto più che decenti, ma nulla che faccia gridare al miracolo. Non c’è paragone con la resa notturna di un Pixel o di un S25 Ultra, e il rumore digitale si fa vedere nelle aree meno illuminate. Anche nei video si avverte lo stesso discorso: di giorno sono ottimi, fluidi, stabili e ben dettagliati, ma appena cala la luce, la definizione scende e il rumore sale, evidenziando i soliti limiti della gamma Galaxy in questo campo.


A livello software, però, Samsung continua a brillare. Anche qui troviamo l’utilissima funzione di viewfinder condiviso sullo schermo esterno, che consente al soggetto della foto di vedere l’inquadratura in tempo reale. O ancora, si può dividere lo schermo in due quando si scattano le foto ed avere sulla sinistra le anteprime delle immagini appena catturate. Questi sono quei piccoli dettagli che fanno davvero la differenza nell’uso quotidiano, soprattutto per chi scatta foto a persone o gruppi.
È anche possibile scattare selfie con la camera principale usando il display esterno come preview, ma nel caso del Fold 7 è un po’ scomodo: il form factor è più ingombrante, la presa è strana, ed insomma non ha la praticità che troviamo nel Flip 7.

Tirando le somme, il comparto fotografico del Galaxy Z Fold 7 non delude, anzi, garantisce belle foto in tante situazioni diverse. Ma non è questo l’aspetto su cui Samsung ha voluto puntare di più. È uno smartphone completo, equilibrato, e la fotocamera è una componente ben integrata in un dispositivo che offre molto altro. Non si può pretendere tutto da un device così ambizioso, e questa è una rinuncia che, nel complesso, si può accettare senza troppi rimpianti.
Lo Smartphone perfetto?


Odio ripetermi, ma ovvio che no.
Lo smartphone perfetto non esiste, e questo è un dato di fatto che ormai dovremmo dare per assodato. Anche il Galaxy Z Fold 7, con tutta la sua potenza tecnologica e il suo design innovativo, non può esimersi dall’avere dei difetti. Per quanto possa rappresentare un sogno per appassionati e power user, è importante restare con i piedi per terra e analizzare i suoi punti critici insieme ai tanti pregi che abbiamo già descritto.
Aprire il Fold 7 è un piacere, ma anche un piccolo fastidio. Non fraintendetemi: non è questione di forza, ma di ergonomia. Il design così squadrato, sottile e perfettamente rifinito rende difficile trovare un punto di presa comodo per iniziare l’apertura. Una minuscola tacca o un leggero incavo avrebbero aiutato, soprattutto se si ha a che fare con mani sudate o poco pazienti. Per fortuna, chiunque acquisti un prodotto del genere con un minimo di senno userà una custodia, e proprio quest’ultima risolve in modo efficace questo problema, offrendo un minimo di spessore extra per facilitare il movimento.

E visto che ci siamo… parliamo del prezzo. Il Galaxy Z Fold 7 è uno smartphone da oltre 2000 euro di listino. Una cifra importante, fuori portata per molti, che riflette chiaramente la sua ambizione e la complessità tecnologica che contiene. Il mercato però ci viene fortunatamente incontro: tra offerte online e street price, è possibile trovarlo già a cifre più umane, spesso intorno ai 1400 euro. A quel punto, sorge spontanea una domanda: perché spendere la stessa cifra per uno smartphone tradizionale, quando puoi avere un pieghevole che ti offre molto di più?

Un altro compromesso imposto dalla miniaturizzazione è l’assenza di supporto alla S-Pen. Personalmente non la uso quasi mai, nemmeno sull’S25 Ultra, dove è integrata. Però è giusto sottolineare che, con uno schermo da 8 pollici a disposizione, sarebbe stato un bel valore aggiunto. Per molti utenti, soprattutto in ambito lavorativo, prendere appunti a mano, disegnare o firmare documenti direttamente sul display è un vantaggio non da poco. Qui, purtroppo, non è un’opzione.
E infine, il punto debole più fastidioso dell’intera esperienza Fold 7: il lettore di impronte digitali. Per ragioni tecniche comprensibili, Samsung non ha potuto inserirlo sotto al display, e ha quindi scelto di integrarlo nel tasto di accensione, posto lateralmente. In teoria, niente di male: il pollice destro si appoggia perfettamente quando lo si impugna normalmente. Ma la realtà è fatta di casi diversi. Quando lo smartphone è su un dock, su un tavolo, su un divano, o si prende con la mano sinistra, la posizione diventa immediatamente scomoda. Ci si ritrova a fare contorsioni con le dita o a girare il telefono in cerca del punto giusto.
E poi c’è il problema opposto: sblocchi involontari. Mi è capitato spesso di spostare il Fold 7 da un punto all’altro della casa, toccandolo proprio con il dito giusto, e trovandomelo sbloccato sulla home senza volerlo. È vero che il lettore è veloce e preciso, ma la sua collocazione non perdona. E anche dopo diversi giorni di utilizzo continuo, continuo a cercare d’istinto un lettore sotto al display, come farei con qualsiasi altro top di gamma.
Sì, lo sblocco facciale esiste, ma è limitato a condizioni di luce ottimale e non è neanche lontanamente affidabile quanto un Face ID. Insomma, funziona, ma si poteva pensare meglio, anche se ribadisco la mia comprensione sull’impossibilità di metterlo sotto al display per motivi di spazio.
Pensieri random

Dato che questa recensione è atipica e non segue una struttura canonica, ho deciso di dedicare un angolo proprio a quei dettagli, considerazioni e osservazioni che magari non trovano spazio altrove, ma che secondo me sono comunque degni di nota. Spunti raccolti qua e là durante l’uso quotidiano, piccoli episodi, momenti di frustrazione o sorpresa che rendono il rapporto con il Fold 7 qualcosa di più personale.
Il display esterno del Fold 7 è semplicemente bellissimo: grande, luminoso, fluido, con un formato 21:9 che rende tutto più naturale. Non ha però una copertura anti riflesso come quella che troviamo sul Galaxy S25 Ultra. Samsung, però, corre in aiuto con una pellicola specifica, acquistabile a parte, che regala lo stesso effetto anti riflesso del suo fratello top di gamma. Io l’ho provata e confermo che fa miracoli, peccato solo che l’abbia applicata io, che sono un cane a farlo. Come potrete vedere dalle foto, mi è finito sotto un pelucchio. Ma d’altronde, non ho mai messo una pellicola bene in vita mia. Voi probabilmente ve la caverete molto meglio, e vi godrete il risultato al massimo.

Parlando invece dello schermo interno, qui le considerazioni sono purtroppo molto simili a quelle fatte per il Flip 7. È uno schermo spettacolare, ma incredibilmente riflettente. Questo significa che l’utilizzo all’aperto, sotto il sole, può diventare complicato, con riflessi che si sparano direttamente negli occhi. C’è da dire, però, che il mio uso del Fold è stato sempre e solo in ambienti chiusi: a casa, in ufficio, al massimo in macchina. Non l’ho mai utilizzato per strada o all’aperto “da aperto”, anche perché mi sentirei un po’ ridicolo, quindi il problema si è presentato pochissimo. È una limitazione, sì, ma per come lo uso io non è mai diventato un reale fastidio.
Passando al tema “surriscaldamento”, posso dire che sì, lo smartphone scalda, ma sempre in modo controllato. Soprattutto da aperto, grazie all’ampia superficie, il calore si distribuisce meglio e diventa quasi impercettibile. È un calore che si avverte solo in sessioni particolarmente intense, come lunghe partite a giochi pesanti o registrazioni video in 4K. In questi casi si sente, ma non arriva mai al punto da essere preoccupante. Anzi, considerato lo spessore e la potenza del dispositivo, direi che si comporta fin troppo bene. Non so che stregoneria abbia usato Samsung, ma spero la conservi anche per i prossimi S26.

Infine, la batteria. Qui ho sentito opinioni discordanti: c’è chi la definisce “ok, ma non entusiasmante”, chi la considera appena sufficiente. Personalmente, l’ho trovata sopra la media. Con il mio uso, che include una buona dose di schermo aperto, YouTube, social, mail e messaggistica, sono sempre arrivato a sera con una percentuale che fatico a raggiungere anche con smartphone molto più spessi e “meno flessibili”. Non è un battery phone, ma mi ha sorpreso in positivo, e posso dire senza esitazione che la gestione energetica del Fold 7 è uno dei suoi punti di forza inaspettati.
Meritate conclusioni

Finalmente siamo arrivati alle conclusioni di questa lunga e intensa recensione. Una recensione fatta di giornate, pensieri, piccoli momenti di frustrazione e grandi soddisfazioni. Il Samsung Galaxy Z Fold 7 è un progetto di visione, di evoluzione, di quella voglia di fare le cose in modo diverso e, stavolta, anche meglio del passato.
Ci troviamo davanti a un dispositivo che rappresenta la maturità della linea Fold. Dopo anni di prove, di aggiustamenti, di compromessi evidenti e a volte difficili da digerire, con il Fold 7 Samsung ha finalmente trovato la formula quasi perfetta. Non ho mai toccato i modelli precedenti con mano, è vero, ma guardando anche solo i video del passato, si percepisce nitidamente quanto siano stati limati tutti quegli angoli scomodi, quanto il Fold 7 sia la somma migliorata di tutte le iterazioni precedenti.
Questo non è solo uno smartphone pieghevole, è due dispositivi in uno, che si adattano perfettamente al contesto e al modo in cui lo tieni in mano: quando ne usi una, è uno smartphone; quando ne usi due, diventa un tablet. Una transizione così incredibilmente fluida tra mondi diversi, senza perdere nulla lungo il tragitto. Da chiuso è finalmente un telefono compatto, proporzionato, usabile senza compromessi. Da aperto, è la miglior esperienza di lettura, visione e gestione multitasking che abbia mai provato su un dispositivo del genere.


E così, dopo dieci giorni di utilizzo, non mi resta molto altro da aggiungere. Tutto ciò che ho vissuto, tutto ciò che ho pensato, è finito in queste righe. Ma c’è una domanda che continua a girarmi in testa: riuscirò davvero a tornare a uno smartphone “normale” dopo il Fold 7? Spoiler: tra poco mi costringerò a tornare al Galaxy S25 Ultra o all’iPhone, ma il confronto sarà inevitabile.
Un’altra grande domanda che mi tormenta è: Flip o Fold? E questa, amici miei, sarà un’altra bellissima avventura da raccontare. Presto, in un nuovo articolo.
PRO
- Da chiuso è uno smartphone compatto e “normale”, da aperto si trasforma in un mini tablet incredibile
- Processore potente e affidabile, fotocamere molto buone
- One UI 8 è il punto più alto mai raggiunto da un’interfaccia per dispositivi pieghevoli
- Multitasking fenomenale, adatto sia a chi lavora che a chi vuole solo godersi dei contenuti multimediali e non
- Batteria sorprendentemente buona rispetto alle aspettative e alla categoria
CONTRO
- Scomodo da aprire, manca un appiglio per agevolare il gesto
- Schermo interno molto riflettente, problematico all’aperto
- Il lettore di impronte laterale è veloce ma scomodo in diverse situazioni
- Nessun supporto alla S-Pen, assenza pesante per chi ama prendere appunti
- Alcune app non sono ben ottimizzate, come Telegram, che va riavviata spesso dopo lo split-screen


